La nuova stazione delle autocorriere occupa l’area urbana inedificata dell’ex Campo Boario. L’edificio si colloca lungo un lato del grande vuoto urbano, con una estensione planimetrica di oltre 100 metri. La profondità dell’edificio invece è di pochi metri, quelli strettamente necessari alla funzione di terminal di testa, quale filtro tra il piazzale di servizio e l’ingresso alla città. Il lato della autostazione sul piazzale di arrivo degli autobus è caratterizzato da una facciata continua in vetro e alluminio, a tutta altezza, riparata da un portico di distribuzione. La facciata dalla città invece è vetrata solo in corrispondenza dell’ingresso, affiancato dal corpo convesso della biglietteria. Tale corpo è ad un solo piano di altezza e si innesta nella facciata di vetro. La superficie di pietra levigata di Apricena, evidenziata da fughe orizzontali, caratterizza l’ingresso principale costituendo l’unico diverso materiale nella cortina di mattone giallo. Lo spazio interno si sviluppa tra due pareti sostanzialmente parallele: la prima rettilinea verso gli stalli degli autobus, e l’altra curvilinea verso via Valentini, dalla quale, varcato il volume della biglietteria, si accede all’area dei servizi al piano terra dedicata ai viaggiatori, o al piano superiore riservato al personale. La zona di flusso delle persone è riparata da pensiline continue rivestite in alluminio. La testata dell’edificio tra via Valentini e via Cioci segue la curva stradale con il corpo semi-ellittico del bar che accoglie al suo interno una piccola sala di ristoro.
Luogo | Macerata
Anno di realizzazione | 1999-2001
Coprogettisti | Cristiano Toraldo di Francia, Anita Sardellini
Foto Pietro Savorelli