L’edificio è costruito agli inizi dello scorso secolo, quando possedere una casa rappresentava la realizzazione di un sogno che riscattava intere generazioni dalla povertà della vita contadina. Un giovane emigrato che aveva fatto un po’ di fortuna nel Nuovo Mondo, ogni volta che tornava a Filottrano, città di origine, costruiva così, con i suoi risparmi e lentamente negli anni, un pezzetto di quel sogno che prenderà definitivamente forma alla fine degli anni ’20. La foto di gruppo che ritrae la grande famiglia inaugura con soddisfazione la costruzione finalmente completata. Pochi mattoni e ciottoli di fiume, murati a calce con la tecnica del filaretto, testimoniano l’antica presenza di una costruzione rurale utilizzata come base di appoggio per sopraelevare le nuove pareti. L’edificio è realizzato con pochi mezzi, le murature sono assemblate con mattoni diversi recuperati da altre demolizioni. Questo aspetto della casa, fortemente connotativo, è il motivo ispiratore del progetto, decidendo di intervenire con totale umiltà nel celebrare gli antichi sforzi costruttivi, denunciandone ovunque, con la conservazione letterale di ogni fila anche storta di mattoni, la natura autentica e commovente della costruzione. Le pareti vengono perciò liberate dagli intonaci di calce per scoprire antichi architravi di legno e vecchi cardini di porte murate, che da soli raccontano la genesi mutativa della casa nel corso di un secolo. L’involucro, mantenuto integralmente, è lo sfondo teatrale del nuovo intervento dentro al quale si svolge ogni azione. In questo contesto si inseriscono le nuove pareti, rigorosamente di colore bianco, che come un layer sovrapposto, non toccano e non si fondono mai con l’involucro.
Luogo | Filottrano (AN)
Anno di realizzazione | 2014-2015
Foto Lorena Luccioni, Evolux